Una nuova puntata di questa serie dedicata, questa volta, all'analisi del settore alimentare, che, al pari di quello dell'elettronica di consumo, ha visto i maggiori cambiamenti nella rete distributiva.
Tuttavia, proprio questo cambiamento, che rappresenta un adeguarsi a ciò che nel resto dell'Europa occidentale era la norma da molto tempo (mi permetto di fare una distinzione tra Europa occidentale ed orientale, in quanto i diversi regimi politici hanno determinato politiche distributive profondamente diverse anche se i Paesi dell'Est stanno recuperando a grande velocità), ha finito per attribuire un valore diverso alle fiere di settore.
Le grandi fiere internazionali italiane (Cibus, Vinitaly, Marca) e straniere (World of Private Label, Anuga e Sial) riscuotono comunque successo, ma non sono più luoghi del rapporto privilegiato tra produzione e buyer, in quanto questi sono ormai continui ed estesi ad ogni luogo: semmai, costituiscono un momento per valutare le tendenze della produzione e valutare l'inizio di nuove collaborazioni commerciali.
Le fiere, oltre a quelle internazionali, anche le molte altre a livello nazionale, seguitano ad essere i market place di riferimento per i piccoli distributori e per gli operatori del canale away from home, ovvero quello della ristorazione, che sebbene abbia visto lo sviluppo di molte catene, rimane ancora un settore estremamente frammentato, con la presenza
di moltissime piccole e micro aziende.
Ma anche la grande distribuzione è interessata a questi appuntamenti, dove ha la possibilità di incontrare quei produttori tipici locali le cui specialità spesso non vengono proposte dagli intermediari (grossisti) e che consentono di creare "integrazioni assortimentali a carattere temporale" od operazioni a più ampio respiro come quella realizzata da Conad con il marchio "Sapori&Dintorni".
Fonte: TradeLab per AEFI
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2 commenti:
Questi cambiamenti nella funzione della funzione delle fiere è da seguire con molta attenzione!
mi rendo conto di parlare di fantascienza, ma se i piccoli produttori si mettessero un po di più insieme supererebbero tanti ostacoli e potrebbero arrivare dove neanche pensano, più volte mi sono rivolti a consorzi e mi è stato risposto "noi non facciamo la parte commerciale, se la fa ogni azienda per se" comprendo il problema ma se si vuole arrivare presso una distribuzione del prodotto più capillare un piccolo sforzo potrebbero farlo!
il canale ristorazione è ancora aperto e da esplorare
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