11.5.07

L'impatto delle trasformazioni della distribuzione sulle fiere (terza parte)

Riprendo oggi il tema in oggetto, affrontandolo dal punto di vista del settore dell'illuminotecnica e dell'impiantistica elettrica, che appare florido nonostante il trascorrere degli anni, anche il presenza di numerose fiere di settore a carattere locale. Ciò è dovuto essenzialmente a due fattori.
Le fiere europee tengono (quelle italiane e tedesche, per prime) e seguitano ad essere i punti di riferimento: Euroluce ed Intel (quest'ultima ha cambiato faccia e nome proprio quest'anno, legandosi ad altri eventi legati all'architettura e all'edilizia) sono biennali già da molti anni, quindi rispondono in modo adeguato alle richieste del mercato, così come la tedesca Light&Building.
La legge 46/90 ha abbattuto il "fai-da-te" nel campo dell'impiantistica in generale, quindi da un lato ha ribadito l'importanza delle fiere b2b, e dall'altro ha reso meno attraenti le fiere del sud-est asiatico (al contrario di quanto avviene per altri settori) caratterizzate dall'esposizione di prodotti di minor qualità, non rispondenti alle normative europee in tema di sicurezza.
Italiani e tedeschi, sono poi i detentori nel campo degli apparecchi illuminanti, di un primato sia tecnologico che di design, con gli italiani più votati al design, ed i tedeschi alla tecnologia.
Da rilevare che, pur essendo le manifestazioni italiane di respiro internazionale (entrambe si tengono a Milano), il visitatore tipo proviene dalla Lombardia e dal Triveneto, regioni che insieme costituiscono il 70% del mercato italiano del settore.
Ecco spiegato il successo di molte manifestazioni a carattere locale (anche se classificate internazionali) come Mediel di Napoli (la Campania è una regione con una grandissima tradizione nella produzione artigianale di apparecchi illuminanti) che raccoglie l'offerta e la domanda del centro-sud d'Italia.
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