9.1.07
Grazie alle fiere, il Made in Italy conquista gli USA
"L'ingresso di un'azienda nel mercato americano è momento da preparare con particolare cura ed attenzione. L'improvvisazione non è ammessa. Le fiere rappresentano, sulla base dell'esperienza maturata in questi anni, lo strumento più utile – in particolare per le piccole e medie aziende – per presentare i propri prodotti agli operatori americani del settore prescelto." È quanto afferma Antonio Bandini, Console generale presso l'Ambasciata d'Italia a New York in una intervista a èItalia for USA.
Con altrettanta attenzione va affrontato il panorama fieristico statunitense ed il generale del nord America. Si tratta infatti di un settore che oltreoceano vive un impulso alla crescita le cui origini sono piuttosto recenti: nel decennio che va dal 1985 al 1995 il tasso annuo di crescita del settore è stato dell'8-10% annuo, a fronte del 30-40% registrato nei Paesi asiatici e degli altrettanti elevati tassi di sviluppo nell'est europeo.
Solo negli ultimi anni il sistema delle fiere nord americano, inteso come mezzo di comunicazione, si è affermando tra le aziende, con una quota di investimenti - sul totale di quelli destinati alla comunicazione e promozione - pari al 16-17% (contro una media italiana del 30%). Inoltre, la caratteristica del mercato fieristico degli Stati Uniti e del Canada determina una situazione per la quale, a fronte di 6.000-6.500 manifestazioni all'anno, si abbia una superficie espositiva venduta pari a quella contabilizzata in Europa, che di manifestazione nel vede circa 3.700 all'anno, il che significa una dimensione media elle manifestazioni pari a metà di quelle europee (ciò è dovuto alla presenza di quartieri fieristici di piccole dimensioni ed alla propensione, in quei luoghi, a scegliere come location centri congressuali, magari di grandi alberghi).
Fonte dei dati statistici: CERMES-Bocconi
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