Stamane leggo con preoccupazione un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, che mette in evidenza un effetto - poco noto - dei tagli imposti dalla legge finanziaria, ovvero la perdita di 5.000 posti di lavoro nel segmento dei congressi medico-scientifici.
Lo sottolinea Federcongressi ricordando che dallo scorso ottobre il settore legato agli eventi medico-scientifici sta subendo perdite significative. «Questo è il risultato ad alto impatto sociale della situazione di stallo provocata - si legge in una nota di Federcongressi, la federazione delle associazioni del congressuale e dell'incentive, che rappresenta, attraverso le cinque associazioni-socie, più di mille aziende operanti in tutti i comparti del settore - dalla normativa riguardante la formazione continua in medicina e dal blocco delle sponsorizzazioni congressuali in vigore dal 1 gennaio 2007. Blocco adottato dalle associazioni industriali del mondo del farmaco (Farmindustria ed Assobiomedica) come risposta alla Finanziaria ed al taglio del prezzo dei farmaci».
A conclusione del primo trimestre del 2007, l'82 per cento delle aziende perderà fino a cinque congressi medico-scientifici con oltre 100 partecipanti; l'86 per cento delle aziende perderà fino a 10 corsi di aggiornamento accreditati ECM; il 71 per cento delle aziende stima un calo del fatturato fino ad un quarto del totale annuo; l'86 per cento delle aziende sarà costretta a rinunciare fino a quattro collaboratori; nel 40 per cento dei casi i tagli colpiranno in particolare la fascia di lavoratori a tempo determinato. «Questi numeri - afferma Adolfo Parodi, presidente di Federcongressi - purtroppo confermano le nostre peggiori aspettative. Non più di un mese e mezzo fa attraverso i mass media abbiamo annunciato il rischio di un calo di fatturato nel 2007 valutabile in circa 6 miliardi di euro, qualora la situazione non si sblocchi. Oggi le nostre previsioni si stanno traducendo nella perdita reale di posti di lavoro. E solo una pronta e definitiva soluzione ai problemi che da tempo, purtroppo invano, abbiamo segnalato permetterà un ritorno del settore ai livelli di occupazione e fatturato del periodo pre-crisi».
Fonte: Corriere della Sera
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