17.4.07

Ancora sull'ultimo Vinitaly

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Prendo spunto da un commento di Giampaolo Paglia (titolare della casa vinicola Poggio Argentera), da me sollecitato riguardo le questioni sollevate nel precedente post dedicato alla rassegna veronese, riguardanti la natura business o consumer di Vinitaly.
Premettendo, anzi confermando, che sono note a tutti gli addetti del settore, le vicissitudini e le difficoltà organizzative di una partecipazione fieristica, specie quando il budget è esiguo (soprattutto in relazione alla quantità di manifestazioni da presidiare durante l'anno), una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di avere giorni di apertura dedicati al pubblico generico distinti da quelli dedicati al pubblico di addetti ai lavori (come accadeva in occasione dello SMAU, prima che tornasse ad essere una manifestazioni only business).
Ciò permetterebbe:
di accontentare sia l'una che l'altra fetta di pubblico;
di porre l'espositore nelle condizioni di adeguarsi alle diverse richieste ed ai diversi atteggiamenti dei visitatori, evitando un netto squilibrio tra trattamento del frequentatore business e consumer, fermo restando che la maleducazione che porta allo scontro fisico pur di accaparrarsi il gadget di turno, attiene ad altre sfere della comunicazione e nell'immediato può essere risolta solo consigliando agli espositori (come personalmente faccio) di evitare la distribuzione di materiale che distoglie l'attenzione dal prodotto (meglio puntare sull'originalità e sulla qualità dello stand, in grado di attrarre un pubblico più "educato").
Spezzando una lancia a favore della categoria della quale faccio parte, quella degli Exhibition Advisor, consiglierei ai produttori di far gestire le partecipazioni fieristiche ad un esperto esterno o interno, che sia dedicato esclusivamente a tale compito, sollevando tutto il resto dello staff da incombenze non strettamente attinenti al core business aziendale.
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1 commento:

Günther ha detto...

vedo che questa differenza di pubblico tra consumer e business è molto sentita, mi trova daccordo quando lei invita gli espositori di fare gestire la fiera a dei Exhibition Advisor o dei professionisti della comunicazione in quanto l'azienda non ha molto tempo. La soluzione dei giorni per operatori e giorni per il pubblico è gia stata fatta senza risultati; per via della difficoltà molto spesso di identificare l'uno e l'altro. Non trovo corretto parlare di consumer solo in termine di "accaparratori di budget" questo denota un pensiero molto diffuso da parte dei produttori di considerare in maniera negativa il consumatore finale. Io stesso che lavoro nel settore da oltre vent'anni, presentandomi in uno stand, per la curiosità di vedere una nuova etichetta di vino di un' azienda sono stato trattato in malo modo. Quello che non comprendo è la motivazione che spinge a trattare in malo modo chiunque si avvicini o pensando che sia un consumer. Vorrei ricordare che vinitaly è la festa del vino e dei viticoltori, un appuntamento atteso e importante per tutti.