8.11.06

Tutto il mondo visto dall'alto


Permettetemi una divagazione nel campo dell'architettura. Riporto testualamente da La Repubblica del 7 novembre 2006: "In una città rinomata per i suoi panorami, San Francisco, quello che si gode dalla torre del De Young Museum consente di osservare una delle più radicali trasformazioni che stanno interessando il mondo dell'architettura: la crescente importanza dei tetti - e la prospettiva dall'alto che li mette in vista - nel design di edifici, quartieri e intere città. Grazie anche alla dilagante popolarità di Google Earth e di altri programmi web che offrono un modo nuovo d'interagire con l'ambiente cittadino, i tetti stanno perdendo sempre più la loro connotazione di angoli dimenticati del panorama urbano per assurgere al cuore stesso della pratica architettonica."
Da architetto, posso dire che il tetto di un edificio, il cosidetto "quinto prospetto" non lo scopriamo oggi. E' un elemento che nasce con l'architettura moderna, quella razionalista di Le Courbusier, per intenderci (siamo nei primi vent'anni del XX secolo), con l'intenzione di risarcire il terreno che sarebbe stato occupato dalla nuova edificazione. Ecco quindi che il tetto diveniva giardino, con alberi e piante; un luogo da vivere e non più solamente una copertura per difendersi dalle intemperie.
Ricordo ancora l'anno passato su un esame, a progettare un edificio alquanto improbabile (si trattava di una sorta di trampolino che si stagliava sulla valle del Tevere da un pendio collinare, più o meno coincidente con l'attuale moschea di Roma) il cui elemento peculiare era il trattamento del tetto.
Ciò che oggi fa cambiare la percezione di questo elemento architettonico è il modo di guardare le cose. L'articolo de La Repubblica (peccato che si tratti di una traduzione da un quotidiano statunitense) pone l'accento sulle nuove tecnologie di visualizzazione del suolo terrestre oggi a disposizione, come Google Earth, che permettono di vedere dall'alto tutto il pianeta, per cui di una città non appaiono importanti tanti i prospetti verticali, le pareti, quanto quelli orizzontali, i tetti, appunto.
Aggiungo una riflessione riguardo l'enorme facilitazione che la tecnologia mette a disposizione degli studenti d'architettura e ingegneria; quindici o venti anni fa il computer, in una università, veniva utilizzato poco più che come una calcolatrice e tutto il resta veniva fatto a mano. Oggi sarebbe impensabile restituire su carta un progetto architettonico senza l'aiuto dei CAD o di internet; basti pensare al poco tempo che ci vuole per scaricare immagini dalla rete per creare le ambientazioni del nostro progetto, mentre nel mio caso passavo intere nottate a fare i puntini con il famigerato rapidograph per simulare un prato e gli alberi visti dall'alto.

Il testo virgolettato è Copyright Los Angeles Times-Repubblica.
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