27.12.06

Le 3C del punto vendita

Con questo post vi do notizia di una conversazione che si è tenuta poco prima di Natale presso la sede di un'importante agenzia di comunicazione milanese, dedicata al punto vendita e che ha visto protagonista Ron Pompei, uno dei retail designer più influenti del panorama statunitense. Che il mondo del commercio e degli spazi ad esso dedicati sia oltreoceano, in grande e direi continuo fermento, non costituisce una novità: gli americani sono poi in grado di sintetizzare in modo efficacie ogni programma d'azione per cui, dopo le storiche "4 P" di Kotler e le sue varie declinazioni ecco le "3 C" di Pompei riguardo la progettazione dei punti vendita.
Dal resoconto della conversazione (a cura di Margherita Baroni per e20express) apprendiamo che l'idea sulla quale si basano le teorie di Pompei sta nel concetto di "transformative environment, cioè un ambiente capace di trasformare le emozioni del cliente in funzione di un orientamento desiderato dai progettisti. È la logica ispirata alle 3 "C" - cioè l'integrazione di Commerce, Culture e Community - la filosofia che Pompei immette nelle teorizzazioni sul marketing retail e che farà sicuramente discutere i cultori nostrani: difficile dire infatti quanto la cultura statunitense, giudicata "leggera" e acritica da molti marketers italiani, possa ritrovare le stesse condizioni di fruizione qui in Italia, e quanto la teorizzazione di Pompei sia replicabile in un pubblico, specie quello italiano, avvezzo a riconoscere le vere suggestioni artistiche e creative dalle mode americane buone a durare una semplice stagione.
L'intuizione di Pompei, cioè cercare nella dimensione di ogni singola cultura (sia essa europea o statunitense) le specificità per rendere appagante un evento o una situazione di marketing, può però rappresentare un'idea vincente. Sempre che la si sappia declinare con la giusta misura al nostro difficile mercato. Restiamo allora in attesa di una sua degna applicazione."
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