Alcuni post che ho pubblicato hanno innescato delle riflessioni al di fuori di questo blog sull'obsolescenza delle fiere come strumento di comunicazione e relazione, in rapporto agli odierni sviluppi del web.
La domanda posta è se si rende ancora necessario investire così tanto denaro, sia da parte delle aziende, sia da parte degli organizzatori e gestori di Quartieri, nell'organizzare manifestazioni che apparentemente sembrano anacronistiche, in termini di modalità di comunicazione e scambio.
La risposta, affermativa, l'ho data implicitamente con molti dei post precedenti.
Voglio però approfondire qualche aspetto non marginale, dall'esclusivo punto di vista dell'azienda che partecipa ad una fiera per valutare, ad esempio, nuovi fornitori.
Ai tempi della "bolla" internettiana risalente alla fine anni '90/primissimi anni del nuovo secolo, sono nati molti e-marketplace b2b, dove aziende produttrici e distributrici di beni e servizi incontravano "virtualmente" aziende interessate a valutare determinati acquisti.
Gran parte di queste fiere "virtuali" hanno fallito in loro scopo e ciò, essenzialmente, per tre fattori:
coloro che avevano aperto l'e-marketplace avevano competenze informatiche per far sì che il sito all'interno del quale si sarebbero dovute svolgere le transazioni funzionasse, ma non avevano alcuna competenza dei comparti produttivi che fornivano quei prodotti e quei servizi in vendita;
come emerso da recenti ricerche empiriche, curate dall'Università Bocconi, la quasi totalità dei settori produttivi ha la necessità di stabilire contatti personali e di visionare i prodotti dal vero, magari dopo averli visti, e di massima valutati, nelle due dimensioni offerte dallo schermo di un computer (ciò è particolarmente valido per macchine ed attrezzature ad elevato contenuto tecnologico);
l'evoluzione dell'internet della quale abbiamo già parlato e parleremo ancora in questo blog, ha facilitato enormemente i contatti tra persone ed organizzazioni nonché lo scambio di informazioni e conoscenze, in chiave di servizi ad elevato valore aggiunto, senza per questo essere una minaccia per l'intero comparto fieristico, sia italiano che internazionale.
Se diamo un'occhiata ai siti internet degli organizzatori e dei Quartieri fieristici, ci rendiamo conto che, in effetti, ciò che il www ha reso più rapidamente fruibile, è riferito soprattutto a servizi turistici e fieristici quali le prenotazioni alberghiere, l'organizzazione delle trasferte, i servizi di accoglienza, gli accrediti all'evento ed ai convegni correlati.
In un prossimo post, anche grazie allo spunto di Maurizio Goetz di Marketing Usabile, si tornerà sull'argomento con una chiave di lettura diversa.
Approfitto per dirvi che ho aggiornato e reso più comprensibile l'elenco dei link dai quali potete accedere ad altri siti e blog.
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6.6.07
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