Il 2007 è l'anno del corporate blogging. I tempi sono finalmente maturi perché le aziende italiane comprendano quale realtà si cela dietro queste due misteriose parole e prendano i necessari provvedimenti.
La chiave di volta di questo delicato processo è, come e più di sempre, la conoscenza: della blogosfera, delle nuove dinamiche sociali che gli strumenti di social networking contribuiscono a generare, dei nuovi linguaggi che le persone usano ogni giorno in rete per trovarsi, riconoscersi e contarsi.
Lontano dagli schemi di quella stessa comunicazione tradizionale che le aziende avevano imparato a dominare e che, è giusto ricordarlo, in altri contesti ha ancora ragion d'essere.
L'epoca in cui il cliente, insoddisfatto del proprio acquisto, si confrontava da solo contro l'onnipotente azienda produttrice, è ormai al tramonto.
Oggi il "customer" è sempre più un individuo connesso in rete, informato e consapevole, dominato da desiderio di condividere le proprie esperienze con gli altri. Il nodo di un network pulsante dove il vecchio passaparola è tornato elevato al cubo, amplificato da un megafono chiamato blog.
Contrazione delle parole web-log, blog significa letteralmente la "traccia nella rete" che le persone lasciano pubblicando pensieri, opinioni, idee senza necessitare alcuna conoscenza tecnica. Bastano un computer e una connessone a internet.
Nati come diari personali, i blog sono strumenti sorprendentemente potenti ed in numero così grande (70 milioni) da costituire un piccolo universo a sè stante, chiamato blogosfera. Un universo che cresce di 120mila unità al giorno (fonte: Technorati).
Milioni di voci che, "conversando" tra loro, discutono anche del vostro brand. E che ne dicano bene o male, non possono comunque essere ignorate. Anche perché ignorarle non significa silenziarle, ma perdere il filo del discorso.
Né ha più senso bombardarle con messaggi persuasivi. L'unica strada è accettare la sfida, comprendere i meccanismi di questa nuovo modo di comunicare, armarsi di umiltà e scendere nell'arena della blogosfera per confrontarsi a viso aperto, mettendo da parte la retorica più adatta alle brochure patinate.
In una parola fare corporate blogging. Finora, il perché. Il come, lo vedremo in seguito."
Alessio Iacona (giornalista, esperto di comunicazione e web)
blogs4biz.info
Web2.oltre
Una postilla a quanto affermato da Iacona.
Ormai, oltre che consulente nel campo fieristico, mi ritengo un blogger a tutti gli effetti e la velocità con la quale oggi si propagano e condividono informazioni, grazie al web 2.0, ai social network, alla NetTV, deve far riflettere, oltre che sul destino (sul fronte comunicazione) di certe aziende, anche sulle tradizionali strutture di consulenza pubblicitaria e di pubbliche relazioni che dovranno rivedere profondamente il loro modo di operare.
Oggi esiste, per tutti, la reale possibilità di gestire in modo autonomo gran parte dei processi di comunicazione e dei flussi di informazione che attualmente vengono dati in outsourcing alle agenzie di comunicazione e PR. Quindi, fatta salva quella grande di budget destinato alla tabellare classica (sul cui destino pesa, a mio avviso, un grande punto interrogativo), molto potrebbe, a costi irrisori, transitare sul web con poche risorse dedicate.
La rivoluzione è iniziata, ma in Italia, ancora una volta, non ce ne siamo accorti.
Ma le aziende sono fatte di persone: è quindi necessario ancor prima siano le persone a diventare 2.0. Le realtà che molti di noi vivono quotidianamente sono fatte di colleghi e reparti che remano l'uno contro l'altro, di lacune comunicative apparentemente impensabili vista la facilità con la quale, grazie alla rete, è oggi possibile stabilire rapporti tra individui per condividere informazioni e conoscenze.
S'impone quindi uno scatto culturale in avanti, che in Italia dovrebbe essere più grande che in altri Paesi, visto il perseverare di mentalità anacronistiche, legate, ad esempio, al concetto che la produttività del singolo è legata alle ore di permanenza in ufficio, in un mondo dove ovunque siamo possiamo essere connessi e lavorare/condividere in assoluta libertà.
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